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Emorroidi: le possibili cure.

 

emorroidi

Il 40% degli italiani soffre di emorroidi, ma i numeri sono probabilmente più elevati perché ancora oggi in tanti non si rivolgono al medico per pudore , vergogna e imbarazzo. Inoltre è ancora diffusa la convinzione di poterle curare da sé , affidandosi a creme, diete, lassativi . Ed è proprio questo l'atteggiamento più sbagliato.

Le emorroidi sono dei piccoli cuscinetti di tessuto vascolare spugnoso posti all'interno dell'ano, che tutti abbiamo e che servono a perfezionare la continenza anale. Si dividono in emorroidi interne, dentro al canale anale, ed esterne nella parte finale del canale. Per molti anni si è ritenuto che la patologia emorroidaria fosse dovuta ad alterazioni delle emorroidi stesse. Oggi invece gli studi del professor Longo hanno dimostrato che la malattia emorroidaria non è altro che uno scivolamento verso il basso della mucosa rettale , che prolassa spingendo verso l'esterno le emorroidi interne, che a loro volta spingono anche quelle esterne, causando perdite di sangue, prurito, dolore, bruciore ed edema.

Stadi crescenti di gravità

La malattia emorroidaria peggiora con il passare del tempo , in base alla sede e alle dimensioni del cedimento della mucosa. In fase iniziale fuoriescono dall'ano durante la defecazione, ma rientrano spontaneamente nella loro posizione iniziale. In fase più avanzata il prolasso emorroidario deve essere riposizionato manualmente. Infine le emorroidi restano sempre all'esterno oppure fuoriescono spontaneamente. Fintanto che non fuoriescono all'esterno, i disturbi sono assenti o minimi, pertanto è scorretta la diagnosi di malattia emorroidaria, infatti gli stessi disturbi di solito attribuiti alle emorroidi possono essere causati da infiammazioni anali, ragadi e altro.

 

Come si curano

Per prevenire la fuoriuscita dall'ano delle emorroidi è necessario seguire un regime alimentare ricco di fibre , frutta e verdura, bisogna bere molta acqua , anche al di fuori dei pasti, ed effettuare dell' attività fisica. In questo modo si contrasta la stipsi che gioca un ruolo importante nella comparsa della malattia emorroidaria. È importante, inoltre, rispettare lo stimolo alla defecazione, evitando di reprimerlo o di dilazionarlo nel tempo. L' uso di creme e pomate può essere d'aiuto nelle fasi acute ma l'uso prolungato “fai da te” è sconsigliato, perché si può istituire una dermatite allergica e una micosi difficili da curare. Durante le fasi acute è importante non sottoporsi a nessun intervento, pena il rischio di complicanze, ma assumere aspirina e cortisone.
Altri tipi di farmaci sono inutili. Indicati invece gli impacchi caldo umidi che aiutano a fare rientrare le emorroidi e ad alleviare i sintomi”.

Quando è necessario ricorrere alla chirurgia

Quando invece le emorroidi fuoriescono l'unico modo per curarle è l'intervento chirurgico. Da circa 10 anni è disponibile una tecnica che permette di risolvere definitivamente il problema, eliminando le sofferenze e i sanguinamenti tipici di questa patologia: la mucoprolassectomia è una procedura minivasiva , quasi indolore, che non necessita di medicazioni e che corregge la causa. Prevede la conservazione delle emorroidi grazie a una sorta di “lifting” della mucosa interna del retto prolassata che ne ha causato la discesa. Le emorroidi vengono così riportate nella loro posizione naturale, cioè all'interno del canale anale, e viene “disostruita” la defecazione. “L'intervento eseguito con le tecniche tradizionali (emorroidectomia) prevede invece l'asportazione delle emorroidi, ma non rimuove il prolasso, causa principale del disturbo. Infatti sono frequenti le recidive . Inoltre, il decorso post-operatorio è doloroso, sono necessarie medicazioni e la ripresa è lenta”.

 




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