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Cosa fare in caso di infarto.

 

Infarto

“Se lo conosci lo eviti”, è il detto popolare. Che, per l'infarto, può essere tradotto in “se lo conosci, ti salvi”. Dunque, la prima strategia è il riconoscimento dei sintomi. Si tratta di un dolore toracico che non si modifica con la posizione del corpo, spesso associato a manifestazioni neurovegetative, come forte sudorazione e agitazione e con sfumature che variano nei due sessi per un diverso modo di percepire il dolore: più senso di affanno, costrizione, palpitazioni per le donne; più pesantezza di stomaco, oppressione retro-sternale e irradiazione al braccio per gli uomini. Non sempre, però, un dolore toracico corrisponde a un infarto. Se si modifica con il movimento può essere qualcosa di reumatico, se si associa a bruciori può essere un dolore gastrico o esofageo (e può alleviarsi con una pasticca di antiacido), se si modifica con il respiro può nascondere un'infezione del pericardio o della pleura. E difficilmente si tratta di cuore se il soggetto è molto giovane (sotto i 35 anni per le donne e i 25 per gli uomini). Ma attenzione le varianti sono molte, e il condizionale sempre obbligatorio. Proprio perché sfuggente, subdolo e variabile, quello toracico è il dolore più difficile da diagnosticare. La prima cosa da fare se arriva uno dei sintomi descritti è mai indugiare, né azzardare diagnosi “fai da te” basate su quel che si è letto o sentito dire. La regola è una sola: chiamare il 118 . Oppure - solo se si è vicinissimi a ospedali attrezzati di unità di terapia intensiva coronarica e accompagnati da qualcuno - mettersi in macchina e andare di corsa al Pronto Soccorso.

In caso di allarme comportati così

Quella contro l'infarto è una corsa contro il tempo. Al primo sintomo, occorre mettersi tranquilli in poltrona e chiamare il 118, possibilmente con una pillola di nitrato sublinguale (che non deve mai mancare a casa dei soggetti a rischio cardiopatie), o più semplicemente con un'aspirina (cardio o normale). Così come sono subdoli i sintomi, anche l'andamento del dolore può essere variabile. Dunque se si allenta momentaneamente occorre egualmente attendere il 118 . 

Ambulanze attrezzate

In alcuni casi le ambulanze sono attrezzate per fare un primo elettrocardiogramma e inviarlo all'ospedale di riferimento. È così possibile fare una prima diagnosi da parte del personale di pronto soccorso, e l'eventuale dirottamento verso strutture più attrezzate, con evidente risparmio di tempo e quindi maggiore possibilità di interventi precoci.

L'arrivo al Pronto Soccorso

Occhi aperti anche quando si arriva al Pronto Soccorso. L'elettrocardiogramma deve essere subito refertato e, quando c'è il dolore toracico, visita e accertamenti vanno sempre fatti in presenza del cardiologo. Anche se le analisi più importanti come i marker di danno cardiaco (in particolare la Troponina, proteina della contrazione muscolare che si alza in caso di infarto) sono negativi, infatti, possono sempre esserci rischi residui che solo lo specialista può cogliere. Da qui la regola: il Pronto Soccorso è un luogo concitato, in cui le emergenze si susseguono. Occorre collaborare con gli operatori stando calmi e non agitandosi, ma anche richiedere esplicitamente la visita cardiologica qualora non venga predisposta. E, naturalmente, rimanere vigili. I pazienti che giungono al pronto soccorso vengono assegnati ad un determinato codice in base alla gravità dei sintomi, dei dati clinici obiettivi e strumentali.

Il dolore non è da codice bianco

Il dolore toracico non è un codice bianco. A volte può essere la spia di condizioni patologiche di una certa rilevanza per cui dovrebbe essere considerato sempre a livelli di attenzione più alti (codice giallo/rosso). Se non succede, va fatto presente la personale.

Il tempo è prezioso

Oggi, le possibilità di salvarsi nel caso di un infarto in atto sono legate alla tempestività con cui si viene curati: l'angioplastica (riapertura dell'occlusione/restrizione con il rilascio di una reticella di rinforzo - stent) se effettuata nel giro di 90 minuti, aumenta le possibilità di sopravvivenza. Proprio per il perfezionarsi delle tempistiche, i decessi per infarto in ospedale sono scesi al 4% soltanto dei casi trattati (dati ANMCO). A volte il dolore toracico può essere un primo allarme e indicare l'inizio di una diminuzione del flusso sanguigno attraverso le arterie coronariche (anginapectoris). E anche in questo caso la tempestività della diagnosi e delle cure è fondamentale. Nei casi a rischio cardiovascolare, vale a dire nei soggetti in sovrappeso, affetti da ipertensione, diabete mellito, fumatori, o laddove esistano condizioni predisponenti come vizi valvolari, aritmie, problemi tiroidei, il controllo del cardiologo è fondamentale.

 




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